
Vengo a sapere da più parti, ed adesso ahimè, anche dal web, del gesto deplorevole fatto ai danni dell'Arci, in via Kennedy.
Purtroppo, ultimamente in città, siamo nelle mani di nessuno.
Posti di blocco ad orari prestabiliti, sempre nello stesso posto, e, comunque ridotti rispetto ad anni fa.
Zone franche in città: arrivati ad una certa ora, zone centralissime (vedi Piazza Duomo) e meno centrali, diventano off-limits per chi vi deve transitare: rischio rapina e/o rissa elevatissimo.
Le uniche sale giochi (soli punti di ritrovo, levando Marius) aperti in città dopo le 21, sono inavvicinabili, perchè chi vi si avvicina anche solo per fare una partita a biliardo, rischia di essere invischiato in episodi assurdi.
Una escalation che da due anni a questa parte non ha fine: continue e ripetute rapine a negozi e banche, continui furti con scasso in quasi tutte le attività presenti nella centralissima via Roma: sono ormai consuetudine per i titolari e responsabili delle attività le denunce per atti di teppismo o altro.
Sono stato anche direttamente colpito da queste situazioni, e non capisco come mai, Barcellona, per anni lontana da fenomeni da Bronx quali quelli attuali, si sia ridotta ad alcova di teppistelli da quattro soldi: teppistelli senza testa, senza scrupoli, ed armati fino ai denti; proprio quanto detto in quest'ultima frase mi fa paura: vogliamo davvero arrivare al punto di non ritorno?
E' patetico vedere l'abulia delle istituzioni e delle forze dell'ordine di fronte a questa escalation di microcriminalità.
E' patetico vedere cosa siano costretti a subire tanti ragazzi che voglion fare una passeggiata, o vogliono riunirsi dopo cena.
L'episodio avvenuto ai danni dell'Arci è gravissimo, oltre che immotivato. Rappresenta, oltre alla violazione di domicilio, anche una aggressione a quella che è la dignità di cittadino barcellonese.
Qui non solo ci voglion vietare (vedi Marius) di rimboccarci le maniche e metter su casa, ma ci voglion vietare anche semplicemente di uscire per prendere un caffè o fare una passeggiata.
Mancano collettori sociali a Barcellona, ma soprattutto sono tristemente presenti modelli sbagliati nelle nuove generazioni: ai tempi della vecchia piazza c'era l'emulazione al fighetto riccone o allo "strombazzatore di turno". Ora l'emulazione è rivolta verso il bulletto di turno, che ha rubato più motorini, o più autoradio, o ha causato più risse in giro per la città.
Problema sociale di portata enorme, ma anche problema generazionale devastante.
Dovuto a quanto sopra detto, ed anche e soprattutto ad una scarsa presenza (ove esistenti) dei genitori dei soggetti in questione.
Servono misure forti, controlli a tappeto, ed una pulizia etnica (scusate la parola pesante) senza precedenti, oltre che un radicale cambio di mentalità del barcellonese.
Altrimenti il rischio, come detto già da qualcuno, è grossissimo.
Bisogna rimboccarsi le maniche, ed in fretta: noi tutti possiamo cambiare politica, cominciando a denunciare (come fatto dall'Arci e da Marius) questi episodi, che, visti i contesti e le circostanze, hanno sicuramente una o più facce ed uno e più nomi e cognomi corrispondenti.
Nel chiudere, blogbarcellona porge tutta la propria solidarietà ai soci ed al direttivo dell'Arci di Barcellona Pozzo di Gotto, augurandosi che gli episodi di lunedì sera cadano al più presto nell'angolo più remoto del nostro dimenticatoio.
2 commenti:
Il problema più grande è la mentalità. A Barcellona non c'è rispetto per gli altri. Pochi ce l'hanno. La mentalità prevalente è fottere il prossimo. Essere scaltri. Se trallazzi sei un grande. Se stai alle regole sei un fesso.
Il problema può essere anche questo, ma è fondamentalmente sociale prima e generazionale poi.
L'altro ieri, durante le prove di un saggio di danza, delle ragazzine di 13/15 anni sculettavano su un palco. Un padre diceva ad un amico: "vadda a me figghia, pari na velina..." senza parole...
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